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La mia città

La città contiene il suo passato, i molteplici “strati” del passato… ti parla attraverso i suoi segni, i suoi simboli e le sue lingue che hanno imparato a convivere fondendosi assieme. La Città parla tra passato, presente e futuro senza il nostro controllo.

Visiti la città qui ed ora ma Lei, nello stesso tempo, ti permette di osservarla com’era prima, si concede nel suo splendore e nella sua decadenza. Si lascia guardare con tutte le sue attrattive turistiche e popolari, quelle maestose e quelle più grottesche… nello slancio e nelle debolezze… e ti fa scendere nel profondo di Te Stesso.

Sopra lo “stesso” suolo si son succedute città diverse, vissute senza essersi apparentemente conosciute. Parlano ancora adesso tra di loro, ti comunicano nostalgia, ferite sanguinanti, eccessi e sfarzi. Grandi palazzi e monumenti a testimonianze di Vittorie e di Cadute. Il “Bello” che ci circonda con un abbraccio a rassicurare le nostre Anime. In questo momento, più che mai…

Tanto di questa nostra Città, nei secoli passati, gloriosi e bui, è andato in rovina, è stato distrutto, spostato, ricostruito, raso al suolo, puntellato dalle menti più grandi e da quelle “incompiute”. Ci guardiamo attorno attraversando in lungo e in largo la Città virtuale… a farci compagnia dai balconi e dai palazzi risuonano voci e musiche sprigionate sulle piazze dalla bramosia di appassionati a regalarci concerti a suon di “note elettriche”.

Io non ne posso fare a meno di Roma, perché ogni volta che Lei mi lascia scoprire una parte di sé, io avanzo “passi” di Libertà. Mi porta a capire davvero che il presente non ha ragione di esistere senza le sue memorie passate. La Città vive di questo, non può farne a meno. Anche noi… viviamo di questo bene prezioso: Il Passato. Ben scritto sulla pelle e dentro di Noi a governare tutto ciò che crediamo e pensiamo di essere, saper fare e volere…

"Non esiste in Italia uno spazio che l’uomo non abbia già acquisito e introdotto nei suoi ricordi prima ancora di averlo visto.

Viaggi in Italia, di Guido Piovene (1956)

Questa Città ne ha viste e vissute tante di battaglie.

È caduta.

È stata fatta prigioniera, distrutta.

Ma non è mai andata “via”, mai si è arresa.

È tornata a rinascere tante volte e ha conquistato, più forte di prima.

Anche questo mi infonde Coraggio e con esso la Speranza di tornare a godere della Nostra Libertà.

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio

Italo Calvino, Le città invisibili

Nella presentazione del libro siamo invitati a leggere la “conclusione” sopracitata in una duplice chiave: il primo accesso è nell’Inferno. Il secondo, più esigente, è quello utopico… perché anche se non la vediamo questa e quella Città, non possiamo smettere di cercare.

Quindi, vi prego non smettiamo, né ora né mai.

Con affetto

M’aura

31.03.2020

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